VILLAS IN UMBRIA & THE BORDERS of TUSCANY 
    
    by Studio Tecnico Romizi 
  
ARCHITECTURE: portals in Civitella
presentazione e schede di Maurizio Pucci, Architetto , 04/2018
CENNI DI PRESENTAZIONE, CIVITELLA IN COMUNE DI SCHEGGINO (PG)
    Il Castello è una frazione del Comune di Scheggino e sorge alle pendici del monte 
    San Vito ad una quota di 480 m s.l.m .
    Il toponimo deriva probabilmente da civitas (cittadella), come suggerisce il suo stesso
    aspetto e come ritroviamo spesso nei piccoli borghi posti su rilievi in tutta l’Umbria.
    Infatti si presenta come un castello ellittico di pendio (di tipologia analoga a quella di
    S. Anatolia), cinto da mura ben conservate nella parte esposta a sud, lungo uno dei
    percorsi montani minori che collegavano la valle del Nera con il territorio di
    Monteleone di Spoleto. Questo percorso è testimoniato anche dall’esistenza, a partire
    dal tardo medioevo, di un pellegrinaio chiamato Hospitale S. Crucis che sorgeva nei
    pressi di Civitella e che la tradizione locale identifica invece in un edificio con portale
    architravato e scolpito, accanto alla parrocchiale.
    Nella cinta si aprono due porte: la porta priora , a monte, è preceduta da un
    passaggio coperto a volta, e da resti di un bastione; della porta da piedi, all’estremità
    dello scosceso pendio, sopravvive oggi solo l’arco ogivale in pietra. Sul profilo dei tetti
    svetta la torre campanaria, con una doppia fila di arcate.
    Anche la distribuzione interna è tipica degli insediamenti arroccati, caratterizzata da
    una strada di spina (che collega in forte pendenza le due porte) e da strade
    trasversali a pettine che collegano le residenze.
    Queste, il più delle volte, sono servite da scale esterne che raggiungono il primo
    piano abitabile al di sotto del quale vi sono depositi per attrezzi agricoli o stalle.
    L’edilizia è in genere molto sobria ma non mancano particolari che denotano una
    certa accuratezza (bifore, logge, piattabande).
    Alcuni edifici dei sec. XVI e XVII rivelano le aspirazioni di una modesta classe di
    proprietari ad una edilizia artistica: come si vede nelle case Diosi e Spera, con portali
    e finestre ornate.
    Il castello, nonostante qualche intervento di recente ristrutturazione, conserva ancora
    nel complesso le sue caratteristiche architettoniche originali ma sta subendo il
  progressivo abbandono, con numerosi edifici in precarie condizioni.





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